mercoledì 4 dicembre 2013

Luna 2: la prima sonda a raggiungere la Luna


Una cartolina commemorativa dell'impatto della sonda Luna 2 sulla Luna.
Con il lancio dello Sputnik, primo satellite artificiale, iniziava la corsa allo spazio. I progettisti americani, battuti sul tempo e sotto pressione da parte dell'opinione pubblica e del governo, lavoravano senza sosta per recuperare il tempo perduto e presto avrebbero lanciato un loro satellite. 

Era nella logica della guerra fredda che non solo si accettasse la sfida dell'avversario, ma si alzasse immediatamente la posta.

Entrambe le parti studiavano progetti più ambiziosi e spettacolari. In questo post parlerò di uno di questi, quello diretto a mandare una sonda sulla Luna. 

Anche questa volta sarà il progetto sovietico ad andare a segno: il 14 dicembre del 1959 il "secondo razzo cosmico" raggiungeva la Luna. Un altro passo della conquista dello spazio era stato fatto dall'URSS, che continuava a mantenere il suo vantaggio sugli Stati Uniti.



Di nuovo al lavoro


Chiuso uno spettacolare 1957 con il lancio di Laika, l'ufficio tecnico OKB-1 e il suo ingegnere capo Sergej Korolëv avevano davanti a sé nuovi e pesanti compiti.

In primo luogo bisognava risolvere i problemi di affidabilità del razzo R-7 Semyorka che aveva portato in orbita lo Sputnik e Laika. Si verificavano facilmente avarie, anche gravi, che compromettevano l'esito dei lanci. Bisognava poi aumentarne la gittata: solo con una maggiore gittata e una maggiore affidabilità il Semyorka sarebbe diventato un'arma da guerra.

In secondo luogo occorreva progettare e costruire un terzo e anche un quarto stadio, così da permettere al vettore di portare in orbita carichi più pesanti, o di inserirli in orbite più alte dell'orbita bassa della Terra. Il terzo stadio, in particolare, era quello che serviva ad accelerare le sonde verso la Luna: un terzo stadio che andava progettato per operare autonomamente nello spazio.

Infine bisognava concludere i lavori sulle sonde proposte dall'Accademia delle Scienze. Gli scienziati, galvanizzati all'idea di procurarsi dati e fare scoperte tramite le sonde automatiche, avevano già approntato un piano sul medio periodo. Il piano comprendeva di lanciare in sequenza delle sonde che sorvolassero la Luna, che impattassero sulla sua superficie, fotografassero la faccia nascosta e che infine compissero un allunaggio.

Sonda del modello Luna, come Luna 2.
Sonda lunare del modello di Luna 2.
L'Accademia delle Scienze e l'OKB-1 sognavano in grande, come si vede. Il problema era che anche il governo sognava in grande, ma senza avere una percezione chiara dei problemi tecnici e organizzativi che la realizzazione di questi sogni comportava: le autorità volevano dei successi e li volevano alla svelta, perché le imprese spaziali pagavano in termini propagandistici.



I problemi della nuova versione del Semyorka


A conferma delle difficoltà i primi due lanci di prova del vettore R-7 a tre stadi, 23 di settembre e 12 ottobre del '58, si risolsero in un fallimento. Le modalità furono le stesse: rottura del primo stadio, un'avaria che non si era mai verificata nelle versioni a due stadi.

Solo con molta fatica si comprese la natura del difetto. La nuova versione del missile vibrava eccessivamente. Ma anche una volta risolto il problema il vettore continuò a uccidere una sonda lunare dopo l'altra.
  • 4 dicembre 1958, lancio fallito per avaria del secondo stadio.
  • 2 gennaio 1959, parziale fallimento trasformato in successo dalla propaganda. Il "primo razzo cosmico" entrò in orbita in torno al Sole, primo oggetto costruito dall'uomo a lasciare l'orbita geocentrica. Mechta (Sogno), come fu ribattezzata il "primo pianeta artificiale", aveva semplicemente mancato la Luna di circa 6.000 km, ma questo venne taciuto. Sull'argomento potete leggere il post apposito: Luna 1: primo razzo cosmico.
  • 18 giugno 1959, lancio fallito per mancata separazione del secondo stadio.
  • 6 settembre 1959, lancio rinviato per problemi ai circuiti di controllo.
  • 8 settembre 1959, lancio rinviato per problemi nella pressurizzazione dell'ossigeno in un serbatoio.
  • 9 settembre 1959, lancio fallito per spegnimento dei motori. Si decide di sostituire il vettore.

Alla fine, dopo questa serie estenuante di fallimenti, arrivò un giorno fortunato. Il 12 di settembre tutto funzionò come previsto: il "secondo razzo cosmico" lasciava la rampa di lancio; in breve tempo correva verso la Luna seguendo la traiettoria corretta.



Luna 2


La sonda sovietica che il 14 settembre impattò sulla superficie lunare per i giornali occidentali era Lunik, ovvio riferimento al suo antenato Sputnik. Per i Sovietici era il "secondo razzo cosmico". Da allora la nomenclatura è cambiata: il "secondo razzo cosmico" si chiama Luna 2 e il primo Luna 1, perché ormai non si fa più fatica ad ammettere quei lontani fallimenti.

Luna 2 era una tipica sonda sovietica di quella fase iniziale dell'esplorazione automatica: un insetto, come Leonid Brežnev aveva ribattezzato le sonde automatiche, osservando le loro numerose antenne. Nonostante le dimensioni contenute (390 kg di peso), Luna 2 montava un discreto arsenale di strumenti scientifici per compiere i rilevamenti durante il tragitto. Si trattava dello stesso armamentario di Luna 1: rivelatori a scintillazione, magnetometri, contatori Geiger, rivelatori di Čerenkov e strumenti per indagare l'attività micrometeorica. La strumentazione permise di confermare l'esistenza del vento solare e l'assenza di un campo magnetico lunare, come si sospettava sulla base dei dati raccolti da Luna 1.

La sfera con gli stendardi della sonda Luna 2, riproduzione visibile presso la Kansas Cosmosphere.
Riproduzione della sfera con gli stendardi di Luna 2,
visibile ancora oggi presso la Kansas Cosmosphere.
[Foto di Patrick Pelletier]
Oltre agli strumenti scientifici la sonda montava dell'attrezzatura che serviva a lasciare il segno del suo passaggio, un po' come quando si pianta una bandiera su una terra sconosciuta, per comunicare a tutti che si è arrivati lì per primi. Anche il terzo stadio, che seguiva la sonda sulla stessa rotta e avrebbe impattato poco dopo sulla superficie, era attrezzato con delle "bandierine": strisce di alluminio con su scritto "URSS Settembre 1959". Ma gli stemmi araldici più belli erano quelli trasportati dalla sonda.

Erano due sfere metalliche contenenti una carica esplosiva che serviva a rallentare la velocità d'impatto, così che almeno una parte degli stendardi non venisse distrutta. Gli stendardi erano posti sulla superficie delle sfere: dei pentagoni di acciaio inossidabile che recavano la scritta "URSS Settembre 1959"; su alcuni non era stata incisa la data, ma era stato aggiunto lo stemma araldico dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Una copia di questa sfera venne regalata da Chruščёv al presidente Eisenhower il giorno dopo l'impatto.

Luna 2 impattò alle coordinate 29,1° N e 0° O, a circa 800 km dal centro del disco lunare, in una zona fra i crateri Archimede e Autolico. L'area oggigiorno è segnata sui planisferi: si chiama Sinus lunicus, la baia del Lunik.


***


Il "Lunik" rosso colpisce la Luna, così si intitola questo spezzone di cinegiornale dell'agenzia Universal International News che ho scelto per chiudere il post su Luna 2. Si tratta di filmati d'archivio che non mostrano mai le attrezzature sovietiche, all'epoca quasi del tutto sconosciute in Occidente. Il lancio della sonda sovietica viene dipinto come un successo propagandistico di Chruščёv e come una dimostrazione della precisione raggiunta dai lanci spaziali: Lunik è il primo oggetto fabbricato dall'uomo a viaggiare da un corpo celeste a un altro.

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